TANTO RUMORE
PER NULLA
|
. |
La polemica sorta intorno alla
collaborazione a termine di Silvia Baraldini
con il Comune di Roma è priva di senso. |
Se è
lecito, purché però si razzoli meglio, imputare alla sinistra
una sorta di clientelismo mafioso o, quantomeno, un troppo spiccato senso
di clan, non è ammissibile che degli esponenti pubblici, anche se
di opposta scuderia, scadano nella più becera demagogia benpensante. |
Sbaglia chi
fa della Baraldini un’eroina anche perché dal suo passato militante
non
abbiamo assolutamente niente da imparare, tutt’altro. |
Sbaglia però anche chi la
vuol vedere murata viva. |
. |
Dobbiamo infatti rammentare che
negli Stati Uniti la Baraldini è
stata condannata per banda armata (senza
alcuna imputazione per delitti di sangue) a oltre
40 anni di prigione. |
Una condanna
allucinante che non sarebbe mai stata pronunciata, in termini così
esagerati, neppure in Unione Sovietica ma soltanto in Asia e in America
latina, il che la dice lunga su quanto gli Stati Uniti siano culturalmente
e mentalmente sottosviluppati. |
. |
Per strapparla
alle carceri americane – facendo ottemperare le disposizioni legali sull’estradabilità
dei cittadini stranieri - i governi italiani hanno faticato in modo impressionante. |
Ed il fatto
che alla fine vi siano riusciti è un indiscutibile merito, al di
là dai colori di scuderia della detenuta. |
. |
Ci stiamo
facendo prendere da troppo tempo dalle provinciali
angustie di fazione e dimentichiamo che
esiste una comunità nazionale e, dunque, il dovere morale e civile,
da parte di qualsiasi governo, di battersi per i diritti dei suoi cittadini |
.. |
Questo
spiega come certi presunti postfascisti, forse
anche perché sono ignoranti, dimentichino
che Benito Mussolinisi
batté in modo strenuo per tentare di salvare Sacco
e Vanzetti dalla sedia elettrica. |
Non si lasciò
certamente frenare dal fatto che i due fossero anarchici ed antifascisti |
. |
La giustizia,
la legge e la dignità vanno riconosciute comunque e difese
per tutti; quando si smette di farlo si diviene servi, boia e soprattutto
si creano le condizioni per ingiustizie che prima o poi ricadranno sugli
stessi giustizieri per delega. |
Il che non ci deve far dimenticare
neppure che quella particolare complicità mafiosa che lega tra loro
i comunisti ha finito col produrre un’altra sperequazione, stavolta tra
i detenuti e i perseguitati, perché quelli di sinistra godono di
privilegi notevoli e ottengono soluzioni relativamente rapide a differenza
dei detenuti comuni per non parlare poi dei prigionieri
neofascistii. |
. |
. |
|