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Il pericolo islamico

La teoria della minaccia islamica è stata codificata in America, in particolare dall’analista della Casa Bianca, Samuel Huntington, autore di “Lo scontro delle civiltà”.
Secondo questa teoria, la civilizzazione occidentale si fonda sull’alleanza fra ebraismo e cristianesimo e ha come nemici le altre aree religiose, tra le quali quella cristiano ortodossa.

Tuttavia gli Usa e l’Inghilterra hanno come partners privilegiati in Medio Oriente paesi dal regime musulmano oltranzista (Kuwait, Arabia Saudita), nei quali le altre confessioni sono proibite.
Da queste piattaforme vengono attaccati paesi laici e pluriconfessionali, come l’Iraq, laddove, ai tempi di Saddam, erano liberamente praticate la religione cristiana e quella ebraica, o come la laica Siria.
Gli angloamericani hanno anche sostenuto, per destabilizzarne i governi laici, gli integralisti musulmani in Egitto ed in Algeria. Nella guerra contro l’Iraq, Israele armò l’Iran fondamentalista.
Per le operazioni in Afghanistan, gli angloamericani come alleato preferenziale hanno scelto il Pakistan, dal regime musulmano oltranzista.

La minaccia islamica è, insomma, montata di sana pianta da Washington e da Londra che mirano a scompaginare l’area medio-orientale, a trascinarla nell’anarchia e a sollecitare quella rivalsa fanatica che dovrebbe spingere gli arabi contro l’Europa. La minaccia islamica non esiste ma può essere il prodotto, ricercato a tavolino, dei nostri invasori.

Non si confondano poi la minaccia islamica con l’immigrazione selvaggia la quale ultima è solo minoritariamente islamica, fondamentalista in numero irrisorio, ed è il prodotto del sistema angloamericano, delle multinazionali e della politica delle diverse chiese.